Marcianise è una città di 40.194 abitanti nella Provincia di Caserta, in Campania, distante 6 Km circa dal capoluogo di Provincia. Per quanto numerosi siano stati i ritrovamenti di tracce greche ed etrusche, non ancora concordi sono i pareri sulla sua effettiva fondazione, riferibile secondo la dicotomia storica tra i seguaci di De Paulis e di Jannelli, rispettivamente all’epoca della Centuriazione Romana (ipotesi più sostenuta da fonti) o al 1101-1117 d.C..
Da Vedere:
Presso la piazza Umberto I, chiedendo del ‘Palazzo Messore’, potete volgere lo sguardo a un cippo di marmo inglobato nella facciata dell’edificio. Esso reca la scritta IUSSU IMPERATOR CAESARIS QUA ARATRUM DUCTUM EST ( ovvero: per ordine del condottiero Cesare fu fissato questo solco in cui passò l’aratro), testimonianza dell’origine romana del primo agglomerato urbano.
A Sud dell’abitato, oltre lo Stadio Progreditur (basta seguire le indicazioni per lo stadio), al centro del gomito di via Trentola, troverete un voluminoso cippo cilindrico di marmo bianco (detto ‘a preta‘ e Trentula o ‘o vericcio ‘e Trentula), terminale di età gracchiana o augustea posto all’intersezione di due porbabili assi della centuriazione romana.
La storia della città si snoda quindi attraverso la dominazione longobarda, un breve periodo di dominazione normanna, e, dal XIII secolo, il dominio feudale degli arcivescovi di Capua. In questo periodo Marcianise è dominata da 3 castelli, il Castrum Marzanisii, non più esistente, riferibile secondo molti all’area in cui oggi troviamo la piazza principale della città, piazza Umberto I;
II Castello di Airola, oggi residenza privata, ma ben apprezzabile dall’esterno per la sua bella torre merlata (basta raggiungere via Airola, oppure chiedere a qualsiasi passante); il castello di Loriano, maestoso maschio con torre oggi non più merlata, abitato, sito nei pressi dello Stadio.
Già nella prima metà del ‘400 gli Aragonesi prendono Marcianise senza troppa resistenza. Durante il viceregno spagnolo, nel ‘500, assume un ruolo prioritario tra i Casali di Capua, e per i suoi importanti poli religiosi e per i suoi due organi assistenziali: la Casa Santa dell’Annunziata e il Monte dei Pegni. Con Carlo III di Borbone, la terra di Marcianise si giovò dell’opera di risanamento delle paludi vicine, con l’alta opera di idraulica rappreentata dai Regi Lagni. Durante il periodo Murattiano cominciò a configurarsi come Comune di rielievo nel circondario, e dopo la Restaurazione dei Borboni, entra alfine in epoca sabauda.
Chiesa dell’Annunziata -AGP- (sec. XVI, ampliamenti del sec. XVIII): Campanile di Ambrogio Attendolo, del 1574, ben visibile dall’inizio di via Grillo, in uno degli scorci più famosi e riprodotti della città; splendidi interni barocchi; alla parete di fondo dell’abside: L’Annunciazione di Massimo Stanzione (1655); al centro del soffitto, il meraviglioso impianto piramidale de L’Assunzione della Vergine, di Francesco Solimena (1697); nella zona centrale della volta dell’abside: L’Immacolata Concezione del Malinconico (1710); la tavola di legno di Teodoro D’erico raffigurante La Decollazione del Battista (1583 ca); il prezioso organo a canne del XVIII secolo; l’altare magigore con puttini di Raguzzini, del 1703.
Nella piazza antistante (p.zza Carità): statua della Carità, del Marcianisano Onofrio Buccini (1877); di fronte: Fontana con delfini: ignoto napoletano (XVIII sec)
Chiesa di San Michele Arcangelo -Duomo- (inizio sec. XVI): Madonna col Bambino, bottega di Girolamo Santacroce (sec XVI); Crocifisso di Giacomo Colombo (1706), cui è tributata da secoli la devozione dei Marcianisani per i prodigi che sono ad esso attribuiti; nella sagrestia: Vergine col Bambino, San Sebastiano e S. Venere, di autore ignoto del XV sec.; entrando e volgendo le spalle all’altare maggiore: controfacciata su tela del Marcianisano Paolo de Majo: La Piscina Probatica (1759)
Piazza Umberto I, splendido e arioso spazio, tipicamente italiota, con fontana centrale con delfini di Gaetano Barba (1794) con sovraggiunto gruppo marmoreo alla sommità.
Chiesa di S. Maria delle Grazie (sec. XI c) con rifacimenti e stratificazioni successive: monofora laterale del XIII secolo; faccia laterale: lunetta con Madonna, Bambino ed Angeli, di ignoto (XV sec); all’interno Deposizione, di ignoto campano ( 1482)
Dove Mangiare:
Enoiteca Prosit: all’inizio di via Raffaele Musone; piatti raffinati, tra la nouvelle e la rivisitazione in chiave moderna della cucina territoriale. Cantina amplissima di vini regionali e nazionali. Conto sui 50 euro.
Hosteria Trentola: Stefano e Maria vi accolgono con cordialità in questo casale ottimamente ristrutturato, a due passi e mezzo dalla storica (e un po’ leggendaria) pietra di Trentola. Da non perdere le ‘foglioline di grano saraceno’ e il ‘maialino con noci pecan’. Buona la carta dei vini. Sfiziosi i distillati. Conto sui 40 euro.
Anima: show restaurant aperto recentemente su un lato del Castel Loriano. Cucina equilibrata. Buono il medaglione di maialino nero. Offre serate di musica dal vivo e dance parties. Conto sui 30.
Da Pietro: ristorante direttamente collegato alla pescheria di famiglia. L’esperienza è pluridecennale. Non manca la marcianisanissima rana fritta (‘a fritta ‘e ranogne), ma vale la pena andarci anche per chiedere unicamente la ‘pasta e fagioli con le cozze’: un must per chi entra in questo locale dall’atmosfera italiota così familiare e colloquiale. Conto sui 25-30 euro.
Andana Club: una nuova esperienza di gusto in un locale quasi storico per la gastronomia marcianisana. La taverna che fu il Flamenco e il Boccaccio oggi è l’Andana Club, inaugurato solo otto mesi fa eppure già un must per i gastronauti del posto. I giovani ideatori, fondatori e gestori hanno colto l’importanza della sorpresa, dell’innovazione, della scoperta nella cucina. L’atmosfera sans-souci dell’Andana è perfetta per la coppia quanto per il gruppo d’amici. I bocconcini di baccalà in pasta kataifi sorprendono al primo assaggio, e chi crede che il risotto ai frutti di mare sia il banco di prova del cuoco lo vedrà in trionfo raccolto in una conchiglia di pasta al nero . Ci sono le linguine all’astice che sgusciano da un calice capovolto, il risotto agli affumicati di mare, i gamberi al cognac e finalmente dell’ottimo cous-cous. Tra le carni segnaliamo il filetto alle fragole e quello al pepe verde, oltre che il succulento cervo su fonduta di cacio romano. Non tante bottiglie, ma quelle giuste sì. Conto sui 30.
Cafeina Eat: molto di più della costola enogastronomica del Cafeina Bar. E’ un sogno che si realizza, quello di Antonio, di Francesco; è un’idea, quella di un salotto del gusto in perfetto new-style-marcianisano. Non a caso dall’arredamento della sala, un po’ vittoriano e un po’ sognante, un po’ casa-di-bambole e un po’ Science-des-rêves, si stagliano i ritratti in chiave pop di Federico Quercia e Leopoldo Mugnone. E i piatti hanno i nomi delle piazze e dei rioni della città. Il giardino del Cafeina Eat è luogo d’incanto col suo agrumeto e le sue luci soffuse, i suoi seni e le sue misteriose rientranze, che Antonio ha voluto illustrare di suggestioni greco-turche. Il menu prevede una briosa rassegna di tapas (consigliamo il bacadillo de calamares e i pimientos de padron). Tra i piatti forti la rivisitazione della pettola marcianisana è degna di nota, come il tonno ai pepi e il guazzetto di mare. Buoni i vini (tra tutti uno splendido Gewürztraminer). Conto sui 30.
Vita notturna:
Abbandonata (peraltro ingiustamente) la bella piazza Umberto I, i giovani marcianisani fanno solitamente crocchio in centro, presso i due locali più in voga:
Il Cafeina Bar, guidato da Antonio, col fratello Riccardo, è il salotto più rappresentativo della ‘nuova Marcianise’. E’ qui che ‘se la fanno’ gli studenti universitari, i giovani professionisti, ed è qui che si incontrano decisamente ‘bei tipi’. Gli orari migliori sono quelli dell’aperitivo, prima di pranzo e prima di cena. Antesignano del rito dell’aperitivo a Marcianise, Antonio ne offre il migliore esempio in città. La sera, specie di venerdì e sabato, il Cafeina ospita DJ set, videoproiezioni, esibizioni di band.
Il Bar Duomo: un vero e proprio pezzo di storia! Ritrovo della gioventù marcianisana ormai dagli anni settanta. Giovanni, Francesco e Angela sono amici più che barmen, cordiali e sorridenti. Recentemente lo storico Bar si è ingrandito e, completamente ristrutturato, è stato affiancato da un suadente Pub, il Joseph, che serve buoni piatti caldi. I ragazzi spesso ci vanno per una sfiziosa piadina, ma c’è anche carne, buone birre e una discreta carta dei vini.
Una parte della gioventù marcianisana è organizzata poi in locali privati, i cosiddetti CLEBB ( a dare una scrittura fonetica di come sono pronunciati in città). I clebb rappresentano una tradizione ormai pluridecennale tipicamente marcianisana: dopo il liceo e con i primi anni di università, per non perdersi di vista, le comitive di liceali si organizzano prendendo in fitto una o due stanze. Talora i clebb si trasformano con la maturità in vere e proprie associazioni culturali, attive sul territorio con eventi, happenings, mostre, manifestazioni. E’ il caso della nostra Majeutica, ma anche de Il Covo, Etnie, L’ultimo piano, Eclettica, Archè.
Alla periferia della città il locale più famoso è sicuramente il Luisi, ampio e sempre affollato, offre ottimi drink, musica ad alto volume ed è spesso, per la sua vicinanza a viale Carlo III e all’autostrada, piattaforma di raduno prima di uscite per discoteche.
salve
vorrei informazioni su come partecipare ai mercatini della manifestazione estate di san martino di quest’anno. Non sono di marcianise, ma conosco molto bene la città. Vi partecipo tutti gli anni. Comunque realizzo oggettistica d’arredamento con materiali riciclati e tante altre cose. Spero mi rispondiate così da mandarvi una lettera di presentazione.
Ciao Valentina, trovi tutte le informazioni su http://www.estatesanmartino.com 😉